Robin Hood, uno Spirito Verde
Robin Hood, uno Spirito Verde
di Hasan Andrea Abou Saida
Il mito di Robin Hood è stato tramandato per secoli attraverso le storie, leggende e tradizioni popolari che lo raffigurano come un eroe leggendario al servizio della vera giustizia e in difesa dei più deboli. Ma la reale esistenza storica di questo personaggio è stata più volte messa in discussione da molti esperti: le origini del mito infatti sono molto antiche e si perdono nella storia, senza trovar coincidenza tra il personaggio letterario – folcloristico e un personaggio storico preciso. In un articolo apparso nel 2020 sulla rivista Storica del “National Geographic”, lo studioso storico J. Rubén Valdés Miyares afferma che la figura di Robin Hood sia unicamente un soprannome tipico dei proscritti, usato in epoche e luoghi distinti dell’Inghilterra medievale 1. Un’altra ipotesi invece è stata formulata recentemente dagli storici Graham Phillips e Martin Keatman che, dopo aver incrociato una grande quantità di dati storici con le leggende, hanno concluso che Robin Hood fosse una fusione di tre personaggi distinti: un contadino proscritto della foresta di Barnsdale vissuto intorno al 1225; Robert Hood di Wakefield, soldato dell’esercito ribelle del conte di Lancaster, che entrò poi al servizio di Edoardo II nel 1324 e Fulk Fitz Warine, uno dei baroni che si ribellarono al re Giovanni d’Inghilterra tra il 1200 e il 1215 2. Una tesi di questo tipo però non giustifica la popolarità e il successo del mito archetipico di Robin Hood, il quale si fonda molto probabilmente su simbologie e riti arcaici precedenti al XII secolo.
Il nome dell’eroe, che ne rivela la natura, è composto da due diversi significati simbolici: il primo nome Robin era originariamente il diminutivo francese antico del nome Robert, che deriva dall’antico appellativo germanico *Hrōthi- “fama” e *berht- “luminoso”, ovvero “il brillante famoso” 3. Il secondo nome Hood, deriva dall’inglese antico hōd e significa letteralmente “cappuccio”. E’ anche possibile e probabile che il sostantivo “Hood” possa essere una storpiatura di “Wood” ovvero “bosco”, in quanto i due sostantivi possiedono all’incirca la medesima pronuncia 4.
Secondo molti studiosi, l’origine del culto di Robin Hood risiede nel mondo celtico. In particolar modo, una divinità celtica solare dalle caratteristiche molto simili al Robin Hood è il dio Lugh. L’eroe celtico è il dio solare per eccellenza nella mitologia irlandese, l’incarnazione dello Spirito del Grano e re dei mitici Tuatha de Danann. La parola Lùg etimologicamente proviene dalla radice protoindoeuropea *Leuk «luce» (cfr. greco leukós «luminosità, biancore» e latino lux «luce») 5. Lugh è dunque, come l’eroe Robin Hood, il Luminoso, un dio legato al bagliore, al calore della luce, ma anche al senso profondo di giustizia. Nei testi irlandesi, Lugh viene presentato come un dio sia sacerdotale che militare, ma anche come divinità dei mercanti, dei viaggiatori e dei ladri. Non a caso, anche l’eroe medievale Robin Hood assieme alla sua banda, porta giustizia agli indifesi, rubando ai ricchi per donare ai poveri e restituendo ai cittadini le ingenti tasse raccolte dallo Sceriffo di Nottingham, suo acerrimo nemico. Entrambi gli eroi inoltre sono connessi alla simbologia solare del Leone: seguendo una linea mitologica comparativa, l’equivalente gallese del dio Lugh è Lleu Llaw Gyffes. Il suo nome significa “Leone dalla mano ferma”, e gli fu dato dalla stessa madre quando lo vide colpire con una fionda uno scricciolo 6. Il Leone, con la sua fiammante criniera, rimanda ai raggi luminosi solari e al principio di forza solare nella sua massima espressione. La festa che porta il nome del dio Lugh si chiama Lughnasadh e viene celebrata il 1 Agosto, in cui si festeggia il raccolto e in particolare lo Spirito del Grano. D’altro canto, anche Robin Hood è connesso al Leone, in quanto guerriero devoto e fedele al legittimo sovrano d’Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone (portatore dell’archetipo leonino).
Secondo gli studi della professoressa americana Juliette Wood, il proto-celtico *Lug-u-s può essere messo in relazione con la parola *lug-, “quercia” 7. Il suo nome gaelico Duir o Dair, oltre ad assumere il significato di “quercia”, vuol dire anche “porta”, e per molto tempo la quercia ha avuto l’appellativo di Robusto Guardiano della Porta . Il simbolismo della quercia come porta o soglia è evidente nel momento in cui la si associa alla festa di Lughnasadh, il culmine dell’estate, la festa del Re, il centro della stagione luminosa e la massima espressione della energia leonina – solare.
Inoltre, Robin Hood e la sua banda erano, fin dai primi antichi racconti, i protagonisti di numerose ballate popolari inglesi, cantate dai giullari e menestrelli di corte e preferite maggiormente dal pubblico rispetto a tutte le altre. Nei villaggi inglesi, le gesta di Robin Hood erano cantate soprattutto durante la festa del Primo Maggio, una celebrazione che segnava l’inizio della Primavera in epoca Medioevale 8. In veste di Re di Maggio, Robin Hood si univa alla “Lady del Primo Giorno di Primavera”, altrimenti detta “Lady del Primo Maggio”, ovvero Lady Marian. Queste rappresentazioni teatrali popolari riprendono le più antiche celebrazioni celtiche di Beltane, un momento in cui la vita e la luce si manifestano nel loro aspetto più trionfante e potente, un tempo di fertilità dove il Dio della Foresta si unisce alla Grande Dea Madre.
Tutti questi elementi rivelano in sintesi nella figura di Robin Hood una natura druidica e divina, l’archetipo del Dio / Guardiano del Bosco e della Natura Sacra, che racchiude in sé tutta la conoscenza della Natura. Secondo il folclore, insieme ai suoi allegri compagni, l’eroe fuori legge si nascondeva per sfuggire allo sceriffo e dimorava presso la Major Oak, una gigantesca quercia millenaria nella foresta reale di Sherwood. La quercia è tra gli alberi più sacri per la casta sacerdotale dei Druidi, dal quale deriva l’intero sistema simbolico druidico. L’autore Edward Jones dice infatti che Derwydd, il termine gallese che designa i Druidi, si può tradurre con “corpo di quercia”; Bardd (Bardi) con “rami”, o meglio con la traduzione del termine derivato da bar, “ramo della sommità”; Owydd significherebbe “germoglio”, ma riferendosi a persona starebbe per “novizio”. Si pensa che i Druidi prediligessero la sua ombra a quella di altri alberi per riunirsi, dispensare il loro insegnamento e compiere diversi rituali, ed associando l’albero all’ordine cerimoniale e alla magia superiore 9.
Robin Hood dunque, proprio come il dio Lugh, diventa l’archetipo della funzione guerriera-sacerdotale nel folclore medioevale. Il suo nome inoltre viene associato anche al pettirosso (in inglese si chiama robin, robin-redbreast o ruddock) e alle tradizioni cicliche dell’anno. In una famosa filastrocca intitolata “Who Killed Cock Robin” nel 1744 si racconta di come questo uccellino sia stato ucciso da un passero con una freccia e poi sepolto da tutti gli animali del bosco. L’uccisione del pettirosso è da considerarsi una metafora dell’arrivo della primavera (il passero assassino che con arco e frecce uccide il pettirosso) dove l’inverno viene spazzato via, in cui tutta la natura celebra il rituale della sepoltura e della rinascita.
Nella tradizione orale, una variante di questa lotta è rappresentata dal pettirosso e lo scricciolo, nascosti tra le foglie dei due rispettivi alberi. Lo scricciolo rappresenta l’anno calante, il pettirosso l’anno nuovo e la morte dello scricciolo è un passaggio di morte-rinascita. Nonostante il carattere aggressivo e per nulla timido, il pettirosso è spesso associato a calma, pace e tranquillità, ma nella tradizione celtica, il pettirosso sfoggia la sua indole combattiva e lotta dai rami di un agrifoglio contro uno scricciolo sistemato su una quercia, a simboleggiare il passaggio tra estate e inverno e dal vecchio anno a quello nuovo 10. Questo avvicendarsi è rappresentato similmente dalla lotta tra il Re Agrifoglio (o vischio), che rappresenta l’anno nascente e il Re Quercia, che rappresenta l’anno morente. Durante il solstizio d’inverno, il Re Agrifoglio vince sul Re Quercia, e viceversa per il solstizio d’estate. Nei due alberi vi sono nascosti i due uccellini così che lo scricciolo rappresenta l’anno calante, il pettirosso l’anno nuovo 11.
In conclusione, la figura di Robin Hood è un retaggio molteplice e complesso di antichissime tradizioni locali e celtiche, il quale rivela un archetipo divino solare legato alle forze del ciclo annuale e della Natura.
1 Robin Hood, storia e leggenda di un proscritto, National Geographic, https://www.storicang.it/a/robin-hood-storia-e-leggenda-di-proscritto_14685 (ultima visita 10/04/2021).
2 Per maggiori approfondimenti vedi: Phillips, G., & Keatman, M. (1996). La leggenda di Robin Hood: sulle tracce dell’eroe fuorilegge e delle sue generose imprese. Casale Monferrato: Piemme.
3 Robert, Online Etymology Dictionary, https://www.etymonline.com/word/Robert#etymonline_v_15129 (ultima visita 10/04/2021).
4 Hood, Online Etymology Dictionary, https://www.etymonline.com/word/hood#etymonline_v_14420 (ultima visita 10/04/2021).
5 Matasović, Ranko, Etymological dictionary of proto-Celtic, Leiden Indo-European Etymological Dictionary Series 9, Leiden and Boston: Brill, 2009, p. 247.
6 Agrati, G., & Magini, M. L. (1982). Antiche fiabe e leggende celtiche. Milano: Mondadori, pagg. 105 – 106.
7 Lleu Llaw Gyffes. Wikipedia, The Free Encyclopedia, https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Lleu_Llaw_Gyffes&oldid=99055676 (ultima visita 10/04/2021).
8 Robin Hood era così intimamente connesso a riti del Primo Maggio riti che già nel 1578 l’Assemblea generale scozzese chiese al re di proibire le rappresentazioni di «Robin Hood, re di maggio»
9 Taraglio, R. (2005). Il vischio e la quercia : la spiritualità celtica nell’Europa druidica (Nuova). Torino: L’età dell’acquario, pag. 103.
10 Canzone dello scricciolo, Terre Celtiche Blog, https://terreceltiche.altervista.org/the-wren-song-and-wren-hunting/ (ultima visita 10/04/2021).
11 Fàél, A. (2020). Un viaggio ad Avalon. Sossano: Anguana Edizioni, pag. 107.
Bibliografia
Agrati, G., & Magini, M. L. (1982). Antiche fiabe e leggende celtiche. Milano: Mondadori.
Dumas, A. (1948). Robin Hood. Milano: Lucchi.
Fàél, A. (2020). Un viaggio ad Avalon. Sossano: Anguana Edizioni.
Le ballate di Robin Hood – a cura di Nicoletta Gruppi (1991). Torino: Einaudi.