Orfismo e tradizione iniziatica – Raphael
Orfismo e tradizione iniziatica – Raphael (1985). Roma: Āśram vidyā, 138 p. ; 22 cm.
In quest’opera Raphael mette in luce un punto fondamentale: con l’Orfismo si àncora in Europa, e quindi in Occidente, la Tradizione misterica occidentale. In altre parole la visione metafisica dell’Essere, di cui si sono avvalsi Parmenide, Pitagora, Platone (e tutta la filosofia che da questi deriva), è opera di questo profondo movimento di innovazione e rettificazione iniziato da Orfeo e che da questo grande Saggio prende il nome.
Con l’Orfismo si inizia a parlare di qualcosa di divino e non mortale presente nell’uomo, della “divinità” dell’anima e della sua “caduta”. L’anima “caduta” nella generazione può essere liberata dalla costrizione del corpo per mezzo di un processo realizzativo di Iniziazione ai Misteri.
L’Autore dà un’impostazione autenticamente tradizionale dell’Orfismo e mette in evidenza l’aspetto metafisico e iniziatico presente nei due miti legati alla figura di Orfeo: la sua morte e la sua “discesa agli inferi”. I miti, ribadisce Raphael (già nel volume Iniziazione alla Filosofia di Platone aveva espresso questa nota in riferimento al “mito di Eros”), non sono “fantasticherie” ma contengono il simbolo e la produzione di una vera esperienza perché sono catartici: se non diventano tali perdono la loro funzione. Se il “mito” non è altro che conoscenza espressa in una determinata forma rappresentativa – perché si riconosce che la Verità suprema non può essere concettualizzata né dimostrata empiricamente – allora il “mito” ha un valore universale e non individuale e particolare.
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