Sud e magia – Ernesto De Martino
Sud e magia – Ernesto De Martino (1980). Milano: Feltrinelli.
Questo libro si apre con un’esplorazione etnografica delle sopravvivenze di magia cerimoniale, in una delle aree più arretrate del sud, nell’intento di determinare la struttura delle tecniche magiche, la loro funzione psicologica, il regime di esistenza che ne favorisce il perdurare.
L’affrancamento del pensiero magico, col passaggio alla “magia naturale” prima, all’Illuminismo e alla scienza moderna poi, è una delle direzioni lungo le quali si è realizzato il progresso civile.
Nel sud, che pure ha dato un contributo non indifferente alla “filosofia naturale” e alla cultura illuministica, la stessa classe colta non ha saputo elevarsi al rifiuto cosciente di ogni forma di magia.
Il persistere di temi magici nel mezzogiorno è il “riflesso ideologico e di costume di un difetto di energia civile” e quindi in definitiva una delle tante conseguenze di quella che è stata definita la “non-storia” del regno di Napoli.
Ernesto De Martino (Napoli, 1º dicembre 1908 – Roma, 9 maggio 1965) può essere considerato tra i massimi cultori italiani degli studi di etnografia e folklore. Tra le sue opere si ricordano particolarmente “Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo” (1948), “Morte e pianto rituale nel mondo antico” (1958) (che ha ottenuto il Premio Viareggio), “La Terra del rimorso” (1961), “Magia e civiltà” (1962).
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