Bes: il dio egizio protettore del focolare e della gioia
Bes: il dio egizio protettore del focolare e della gioia
Nell’antico pantheon egiziano, caratterizzato da divinità maestose e imponenti, emerge una figura decisamente atipica: Bes. Contrariamente agli altri dèi come Osiride, Iside o Ra, Bes è un dio che appare come un nano, dal volto barbuto e con un aspetto piuttosto grottesco. Tuttavia, la sua importanza non può essere sottovalutata. Rappresentava infatti un protettore, un dio benevolo e gioioso, legato alla casa, ai bambini, alla madri, al parto e alla musica. Secondo lo studioso Donald Mackenzie nel 1907, Bes potrebbe essere stato introdotto in Egitto durante il Medio Regno, proveniente dalla Nubia o dalla Somalia. Il suo culto, secondo questa teoria, non si sarebbe diffuso ampiamente fino all’inizio del Nuovo Regno. Tuttavia, scoperte più recenti hanno messo in discussione questa ipotesi. Infatti, diverse figurine simili a Bes sono state rinvenute in depositi risalenti al periodo Naqada dell’Egitto pre-dinastico, come le tredici figurine scoperte a Tell el-Farkha. Questi ritrovamenti suggeriscono che Bes potrebbe essere stato venerato già in epoche molto più antiche di quanto precedentemente ipotizzato. La figura grottesca di Bes divenne particolarmente rilevante durante la XVIII dinastia, anche se è possibile che fosse stata introdotta già durante la XII dinastia. Nonostante il culto di Bes si sia diffuso fino in Siria, si ritiene che la sua origine sia africana, forse legata alla regione della Somalia.
La parola “bes” potrebbe derivare dal termine nubiano per “gatto”, suggerendo così una possibile origine nubiana o meridionale per il dio Bes. Tuttavia, l’etimologia del nome Bes è complessa e potrebbe avere altre radici. Ad esempio, è stato ipotizzato che il nome possa derivare da uno dei due geroglifici: “bs”, che significa “fiamma”, forse in relazione al dio solare Ra, oppure “bz”, che significa “essere avviato” o “introdurre”, un possibile riferimento alle maschere usate nel culto del dio.
Inizialmente, Bes potrebbe essere stato rappresentato come un gatto in piedi sulle zampe posteriori, il che rafforzerebbe l’idea di un’origine legata ai felini, prima di assumere un aspetto più antropomorfo. Successivamente, Bes è stato raffigurato come una figura umana affetta da nanismo, spesso vestita con una pelle di leopardo intorno al collo, un dettaglio che potrebbe sottolineare la sua connessione con la protezione e la ferocia. Il suo corpo è spesso raffigurato coperto di peluria, e a volte viene mostrato con la coda di un leone. Questa descrizione fisica potrebbe essere legata alla sua funzione di spaventare gli spiriti maligni. Sebbene il suo aspetto possa sembrare inquietante, Bes era considerato un “daimon” benevolo.
Inoltre, la sua raffigurazione è atipica anche per un altro motivo: la maggior parte delle divinità egiziane è rappresentata di profilo, mentre Bes è quasi sempre raffigurato frontalmente. Questo dettaglio lo rende immediatamente riconoscibile e accentua il suo carattere protettivo, quasi come se fosse sempre pronto a confrontarsi direttamente con le forze maligne.
Bes era un dio polivalente, associato a diverse sfere della vita quotidiana. La sua principale funzione era quella di proteggere la casa e i suoi abitanti, in particolare le donne e i bambini. In un’epoca in cui la mortalità infantile era alta e la gravidanza poteva essere rischiosa, la protezione di Bes era considerata vitale. Durante il travaglio, Bes era spesso rappresentato accanto a Taweret, la dea ippopotamo, anch’essa associata alla maternità e alla protezione delle donne incinte. Mentre Taweret incarnava la forza e la protezione fisica, Bes si occupava di respingere le gli spiriti maligni che avrebbero potuto interferire con il parto. La combinazione di queste due divinità assicurava una protezione completa, sia sul piano fisico che spirituale, rendendo il processo della nascita nella cultura egizia più sicuro in un’epoca in cui la mortalità infantile e materna era elevata. Sebbene il suo ruolo principale fosse quello di proteggere la vita e garantire il benessere quotidiano, Bes era talvolta integrato nei rituali funerari per offrire una protezione aggiuntiva ai defunti durante il loro viaggio verso l’aldilà e la rinascita dell’anima.
Bes non era soltanto una divinità protettiva, ma era anche strettamente associato alla musica, alla danza e ai piaceri della vita, tutti elementi fondamentali nei rituali religiosi e nelle celebrazioni. Spesso raffigurato con strumenti musicali come tamburi e arpe, Bes incarnava lo spirito della gioia e della leggerezza, contribuendo a creare un’atmosfera di allegria durante le festività.
Il suo ruolo non si limitava alla protezione dagli spiriti maligni, ma si estendeva anche alla promozione di un ambiente positivo e felice, capace di allontanare le energie negative. Questa connessione con la musica e la danza ha portato molti studiosi a considerare Bes un dio della felicità e del divertimento, in grado di infondere momenti di spensieratezza in una società profondamente ritualistica e orientata verso la spiritualità.
Nel corso del Medio Regno, l’immagine di Bes cominciò a comparire su una varietà di oggetti quotidiani, tra cui maschere, amuleti, biberon e coltelli magici, simboli della sua protezione e della sua influenza benefica. Con l’arrivo del Nuovo Regno, l’iconografia di Bes si diffuse ulteriormente, fino a diventare una presenza comune anche nei tatuaggi, che venivano spesso applicati sulle cosce di ballerini, musicisti e servi. Questi tatuaggi non solo rappresentavano la protezione del dio, ma celebravano anche il suo legame con le arti e il piacere, rendendo Bes una figura centrale nella vita festiva e artistica dell’antico Egitto.
Oltre a queste funzioni, Bes aveva anche un ruolo apotropaico, ovvero di protezione contro il male. Le sue rappresentazioni erano spesso poste all’ingresso delle case o nelle stanze da letto, con lo scopo di spaventare e allontanare gli spiriti maligni. In questo senso, Bes può essere paragonato ad altre figure protettive presenti in diverse culture, come i gargoyle dell’architettura gotica europea. Un altro esempio della popolarità del culto di Bes nell’Antico Egitto è rappresentato dalle cosiddette “bacchette magiche”. Questi strumenti, spesso decorati con l’immagine di Bes e altre divinità protettive, erano usati nei rituali domestici per garantire la protezione della famiglia. Le bacchette magiche venivano impiegate soprattutto durante la gravidanza e il parto, ma anche in altri momenti critici della vita familiare.
Nonostante l’importanza di Bes nella vita quotidiana degli egiziani, non esistono molti templi a lui dedicati. Questo perché Bes era principalmente un dio domestico, venerato all’interno delle case piuttosto che nei grandi santuari. Le sue immagini erano comuni sugli amuleti, sugli oggetti d’uso quotidiano come specchi e pettini, e sui mobili.
Nell’oasi di Dakhla però, nel deserto occidentale dell’Egitto, è stato scoperto un tempio dedicato a Bes. Questo santuario, unico nel suo genere, testimonia l’importanza che Bes poteva rivestire anche al di fuori della sfera domestica, soprattutto in contesti remoti o di frontiera, dove la protezione divina era particolarmente sentita.
Il culto di Bes non si limitava all’Egitto. Durante il periodo tolemaico, quando la cultura egiziana si fuse con quella greca, Bes divenne popolare anche nel Mediterraneo orientale, specialmente a Cipro e nella Fenicia. In questi luoghi, Bes veniva associato ad altre divinità locali e il suo culto si trasformò, integrando elementi di altre tradizioni religiose.
L’influenza di Bes si estendeva anche all’arte e alla letteratura. Sebbene non fosse una divinità legata ai grandi miti egiziani, Bes appare in numerosi testi magici e formule di incantesimi.
L’iconografia e il culto di Bes hanno lasciato un’impronta duratura non solo nell’antico Egitto, ma anche in altre culture. Durante l’epoca romana, Bes divenne una figura popolare anche nell’Impero, specialmente tra i soldati, che lo consideravano un protettore sul campo di battaglia. Le sue immagini si trovano su mosaici, monete e altri artefatti romani, testimonianza della sua continua rilevanza.
Anche dopo la fine dell’antico Egitto, l’immagine di Bes continuò ad avere un’influenza, soprattutto nell’arte e nella cultura popolare. La sua figura grottesca ma benevola è stata reinterpretata in vari contesti, a volte perdendo il suo significato originale, ma mantenendo il suo carattere di protettore e portatore di gioia.
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