Psicopatologia, cultura e pensiero magico – Goffredo Bartocci
Psicopatologia, cultura e pensiero magico – Goffredo Bartocci (1990). Napoli: Liguori, 551 p. ; 22 cm.
Oggi, la netta contrapposizione tra pensiero magico e “pensiero razionale”, che vedeva opposte la cosiddetta mentalità “primitiva” alla mentalità “occidentale” e che scindeva l’umanità in due tronconi, facendo per lungo tempo pensare che l’uomo moderno, simbolo di perfezione, fosse sempre e soltanto un “pensatore scientifico”, ha lasciato spazio ad una visione più realistica e intermedia. Di conseguenza, “pensiero magico” e “pensiero razionale” si configurano come due strutture mentali conviventi nella mente adulta, due forme di pensiero in costante interazione nella quotidiana sperimentazione della realtà, entrambe presenti nell’uomo occidentale come in quello delle popolazioni primitive, sebbene la struttura del pensiero magico resti più evidente e facile da studiare nelle civiltà primitive e quella del pensiero razionale in quelle popolazioni che vivono nei Paesi Occidentali e più moderni (Lévy-Bruhl L., 1966). La descrizione della struttura e del funzionamento del pensiero magico è importante per poter comprendere come esso stia alla base, tanto delle credenze magiche più radicate, che di alcune convinzioni e atteggiamenti che guidano comportamenti quotidiani comuni. La caratteristica principale del pensiero magico è senza alcun dubbio quella che viene definita partecipazione.
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