Dall’Abbandono alla Rinascita: il Percorso Iniziatico di Hansel e Gretel
Dall’Abbandono alla Rinascita: il Percorso Iniziatico di Hansel e Gretel
di Hasan Andrea Abou Saida
Hansel e Gretel è una fiaba appartenente alla tradizione popolare tedesca e fu raccolta e pubblicata dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm nel 1812, nella loro celebre raccolta Kinder- und Hausmärchen (Fiabe per bambini e famiglie). Tuttavia, come molte altre fiabe, Hansel e Gretel ha origini molto più antiche e radicate nel folklore europeo.
Le storie orali che circolavano tra i popoli germanici e altri gruppi europei fornirono la base per quella che sarebbe diventata la versione canonica dei Grimm. La fiaba sembra attingere a un’antica tradizione di racconti che affrontano temi come la carestia, l’abbandono dei bambini e la lotta per la sopravvivenza in un ambiente naturale ostile. Il tema dell’abbandono è particolarmente ricorrente nelle fiabe europee, e riflette probabilmente la dura realtà della vita contadina nel Medioevo e nei secoli successivi, quando la povertà e la scarsità di risorse spingevano spesso le famiglie a scelte disperate.
Nell’edizione originale del racconto, la moglie del taglialegna è la madre biologica dei bambini, ma è stata anche chiamata “matrigna” dalla quarta edizione (1840). I fratelli Grimm hanno effettivamente introdotto la parola “matrigna”, ma hanno mantenuto “madre” in alcuni passaggi. Anche la loro versione finale nella settima edizione (1857) rimane poco chiara sul suo ruolo, poiché si riferisce alla moglie del taglialegna due volte come “la madre” e una volta come “la matrigna”.
La sequenza in cui l’anatra li aiuta ad attraversare il fiume è anch’essa un’aggiunta successiva. In alcune versioni successive, la madre morì per cause ignote, abbandonò la famiglia o rimase con il marito alla fine della storia. Nel manoscritto pre-pubblicazione del 1810, i bambini erano chiamati “Fratello minore” e “Sorellina”, poi chiamati Hänsel e Gretel nella prima edizione (1812). Wilhelm Grimm adulterò anche il testo con dialetti alsaziani, “riappropriati” dalla versione alsaziana di August Stöber (1842) per dare al racconto un tono più “popolare”.
La fiaba di Hansel e Gretel ha suscitato numerose interpretazioni psicologiche, in particolare all’interno della tradizione psicoanalitica inaugurata da Sigmund Freud e sviluppata da studiosi come Bruno Bettelheim. Secondo questa prospettiva, la fiaba può essere vista come una rappresentazione simbolica delle fasi dello sviluppo psichico infantile.
Bettelheim, nel suo celebre libro Il mondo incantato: Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, sostiene che Hansel e Gretel riflettano il processo di separazione-individuazione che ogni bambino deve attraversare per diventare un adulto autonomo. La foresta oscura rappresenta l’inconscio, la parte nascosta e pericolosa della psiche, mentre la casa della strega rappresenta i desideri inconsci e le tentazioni che possono deviare lo sviluppo sano.
La lotta contro la strega, culminante nel suo rogo, è vista da Bettelheim come una metafora dell’eliminazione degli aspetti distruttivi della psiche in modo che i bambini possano emergere più forti e indipendenti. Questo atto di liberazione permette a Hansel e Gretel di superare le loro paure e di tornare a casa, simbolicamente riconquistando la loro identità e il loro posto nel mondo.
Secondo Freud, invece, la fiaba potrebbe essere interpretata come una rappresentazione dei desideri edipici. La strega, che vuole divorare i bambini, può essere vista come una manifestazione della paura inconscia del bambino verso una madre percepita come minacciosa o opprimente. Il bosco rappresenta il mondo dell’inconscio, un luogo in cui i desideri repressi e le paure più profonde prendono vita.
Un altro tema centrale nella fiaba di Hansel e Gretel è quello della fame. La carestia che porta i genitori ad abbandonare i figli è un riflesso delle preoccupazioni molto reali legate alla sopravvivenza nelle società preindustriali. La fame non è solo una condizione fisica, ma anche un potente simbolo di privazione e desiderio. La casa di marzapane, con la sua abbondanza illusoria, rappresenta il sogno di sazietà che, tuttavia, nasconde un pericolo mortale.
Il tema della fame si intreccia con quello dell’avidità e dell’inganno. La strega usa il cibo come trappola per catturare i bambini, sfruttando il loro desiderio di nutrimento. Questo mette in luce un altro aspetto simbolico della fiaba: l’idea che i desideri, se non controllati, possano portare alla rovina. La capacità dei bambini di riconoscere e superare questa tentazione è ciò che permette loro di salvarsi.
La fiaba di Hansel e Gretel inoltre, come nelle fiabe di Pollicino, Ninnillo e Nennella e molte altre, può essere interpretata attraverso una lente iniziatica e ritualistica, in cui il viaggio dei protagonisti rappresenta un processo di trasformazione e crescita spirituale.
L’inizio della fiaba, in cui Hansel e Gretel vengono abbandonati nel bosco dai loro genitori, rappresenta la prima fase di un rito di iniziazione: la separazione. Questo momento segna l’allontanamento dal mondo familiare e sicuro dell’infanzia, simbolizzato dalla casa, per entrare in un territorio sconosciuto e pericoloso. Il bosco, luogo selvaggio e oscuro, rappresenta l’inconscio, il regno dell’ignoto dove l’eroe deve confrontarsi con le proprie paure e scoprire le verità nascoste su se stesso.
Nella tradizione iniziatica, il bosco è un simbolo ricorrente di un luogo di trasformazione. Entrare nel bosco significa affrontare il caos primordiale, un’esperienza necessaria per la crescita personale. Per Hansel e Gretel, il bosco è pieno di pericoli, ma è anche il luogo in cui devono dimostrare la loro astuzia e il loro coraggio. Le prove che affrontano nel bosco, come la fame e la paura, sono tappe di un percorso di purificazione, in cui i bambini devono abbandonare la loro dipendenza infantile e sviluppare le qualità necessarie per la sopravvivenza.
La casa di marzapane, con la sua apparenza dolce e attraente, rappresenta la tentazione e l’inganno, un tema centrale in molti rituali iniziatici. Nella fiaba, questa casa è un’illusione di sicurezza e abbondanza, che nasconde un pericolo mortale. In termini simbolici, essa rappresenta le false promesse del mondo materiale, che possono distrarre l’individuo dal suo vero cammino spirituale. La strega, che vive nella casa, è un simbolo dell’aspetto distruttivo e divorante del materialismo, un’archetipo ombra della Grande Madre, che deve essere superato per proseguire nel percorso iniziatico. Il bosco, simile alle caverne delle tradizioni antiche, rappresenta un luogo di isolamento e confrontazione con il caos e l’ignoto.
Esattamente come un tempo dove i bambini iniziandi entravano nella caverna, nel grembo della Grande Madre, così Hans e Gretel incontrano la loro Ombra, confrontandosi con i propri demoni interiori, rappresentati dalla strega, che incarna il lato oscuro della femminilità, legato alla stregoneria e al cannibalismo. La strega vuole divorare i bambini, un atto che può essere interpretato come un tentativo di annichilire la loro innocenza e la loro purezza. Superare questa minaccia è un atto di purificazione, che simboleggia la morte simbolica necessaria per la rinascita spirituale.
La scena culminante in cui Gretel spinge la strega nel forno rappresenta un momento di morte e rinascita, un tema centrale nei riti iniziatici. Il forno, simbolo del fuoco alchemico, è un luogo di trasformazione, di purificazione e di rigenerazione. La morte della strega nel fuoco rappresenta la sconfitta delle forze distruttive dell’Ombra, e il forno diventa un simbolo di rinascita per Hansel e Gretel. Essi escono dal bosco come individui nuovi, più forti e consapevoli, pronti a ritornare nel mondo con una nuova identità.
Dopo aver sconfitto la strega, Hansel e Gretel ritornano a casa, portando con sé i tesori della strega. Questo ritorno rappresenta il reintegro nella comunità, l’ultima fase del rito iniziatico. I tesori che portano con sé non sono solo simboli di ricchezza materiale, ma rappresentano anche la saggezza e l’esperienza guadagnata durante il viaggio iniziatico nel proprio mondo interiore. Ritornando a casa, i bambini sono simbolicamente reintegrati nel mondo degli adulti, ma ora sono trasformati: non sono più i bambini ingenui che erano all’inizio, ma individui maturi, che hanno superato prove difficili e hanno acquisito una nuova comprensione di se stessi e del mondo.
Bibliografia
Bettelheim, B. (2007). Il mondo incantato: Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe. Milano: Feltrinelli.
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