Dal Nocciolo alla Scarpetta: il simbolismo esoterico di Cenerentola
Dal Nocciolo alla Scarpetta: il simbolismo esoterico di Cenerentola
di Hasan Andrea Abou Saida
La storia di Cenerentola è una delle fiabe più antiche e amate di tutti i tempi, presente in un’ampia gamma di culture e raccontata in innumerevoli versioni. Ognuna di queste versioni porta con sé sfumature uniche e significati profondi, pur rimanendo fedele ai temi centrali di ingiustizia e riscatto. La trama, incentrata sulla scoperta del proprio valore e sul compimento del proprio destino, è una narrazione che ha toccato il cuore di generazioni, offrendo un messaggio di speranza e trasformazione. La versione più conosciuta di questa fiaba è quella scritta da Charles Perrault nel 1697, che ha plasmato l’immagine moderna di Cenerentola, ulteriormente popolarizzata dal film Disney del 1950. Tuttavia, la storia di Cenerentola ha origini ben più antiche e diversificate, con radici che affondano in molteplici culture e tradizioni.
La storia di Cenerentola non è solo una creazione della letteratura europea, ma affonda le sue radici in antiche civiltà, dimostrando come il tema della trasformazione personale sia stato un elemento centrale nella narrazione umana per millenni. Una delle prime versioni documentate della fiaba proviene dall’antico Egitto. In questa versione, la protagonista è Rodopi, una schiava greca la cui bellezza attira l’attenzione del faraone. La storia racconta che un’aquila, considerata simbolo del dio Horus, rubò uno dei sandali di Rodopi mentre lei faceva il bagno e lo portò al faraone. Colpito dalla grazia e dall’eleganza del sandalo, il faraone ordinò che venisse trovata la sua proprietaria. Alla fine, Rodopi fu portata a corte e divenne regina, realizzando un incredibile riscatto sociale. Anche in questa versione antichissima, ritroviamo alcuni dei temi centrali che caratterizzano la fiaba moderna: l’umile protagonista, la scarpa perduta e l’ascesa sociale.
Un’altra versione antica della storia è legata alla figura di Aspasia di Focea, raccontata dallo storico Eliano. Aspasia, una giovane orfana e povera, vive una visione che le svela come recuperare la sua bellezza naturale. Successivamente, viene notata da Ciro il Giovane durante un banchetto, richiamando l’episodio del ballo in cui il principe si innamora di Cenerentola. Anche questa narrazione sottolinea il potere della trasformazione e del riconoscimento del proprio valore, elementi centrali nella fiaba di Cenerentola.
Con il passare dei secoli, la fiaba di Cenerentola ha continuato a evolversi, adattandosi alle diverse culture e epoche. Nel Medioevo, la storia prende nuove forme, riflettendo i valori e le aspettative della società del tempo. Una delle versioni medievali più note è quella raccontata da Marie de France, intitolata “Le Fresne”. In questa storia, la protagonista è una ragazza abbandonata alla nascita, che viene ritrovata grazie al riconoscimento di un tessuto prezioso. Scopre così le sue nobili origini e, alla fine, riesce a sposare l’uomo che ama. La storia di Le Fresne conserva i temi di riscatto e riconoscimento, ma li intreccia con un forte senso di destino e appartenenza.
Un’altra versione medievale della storia proviene da Malta, dove troviamo la fiaba di Ċiklemfusa. Qui, la protagonista è una ragazza orfana che, grazie a tre oggetti magici lasciati dal padre, riesce a partecipare a un ballo e conquistare il cuore del principe. Tuttavia, fugge ogni notte, lasciando il principe disperato. La trama raggiunge il suo culmine quando il principe scopre i doni nascosti nei krustini, dolci tipici maltesi, e riconosce il vero valore di Ċiklemfusa, scegliendola come sua sposa. Questa versione maltese della fiaba aggiunge un tocco di realismo magico alla narrazione, incorporando elementi culturali locali come i krustini, che diventano simboli di riconoscimento e identità.
Anche in Asia, la fiaba di Cenerentola ha trovato espressioni diverse, ciascuna riflettendo le tradizioni e i valori delle rispettive culture. In Cina, la versione più conosciuta è quella di Ye Xian, una giovane orfana maltrattata dalla matrigna. In questa versione, Ye Xian riceve aiuto da un pesce magico, che la guida verso il suo destino di riscatto e felicità. La storia di Ye Xian è significativa perché introduce elementi di folklore cinese, come la credenza negli animali magici, che svolgono un ruolo cruciale nella protezione e nel successo dei protagonisti.
In Vietnam, la fiaba di Cenerentola prende la forma della storia di Tấm e Cám. Anche qui, la trama segue un percorso simile a quello delle altre versioni, con una giovane orfana maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre. Tuttavia, questa versione vietnamita è caratterizzata da un finale più oscuro e drammatico, in cui la vendetta e la giustizia assumono un ruolo centrale. La storia di Tấm e Cám riflette una visione più complessa delle dinamiche familiari e delle conseguenze delle azioni, aggiungendo profondità alla narrazione tradizionale.
In Corea, la fiaba di Cenerentola assume la forma della storia di Kongjwi e Patjwi. In questa versione, la protagonista, Kongjwi, è una giovane dolce e diligente, maltrattata dalla matrigna e dalla sorellastra Patjwi. La storia si distingue per la presenza di elementi di reincarnazione e vendetta che si manifestano anche dopo il matrimonio, con Kongjwi che, nonostante le avversità, riesce a trionfare grazie alla sua bontà e purezza. La fiaba coreana introduce temi di perseveranza e giustizia divina, riflettendo le credenze spirituali della cultura locale.
Anche nel Medio Oriente, la fiaba di Cenerentola trova una sua espressione unica, come dimostra la storia de “Gli zoccoli d’oro”. In questa versione, la protagonista perde uno zoccolo durante un evento speciale, scatenando una ricerca da parte del principe. Questa versione della storia incorpora elementi tipici del folklore mediorientale, come la presenza di zoccoli al posto delle classiche scarpe, e sottolinea l’importanza del riconoscimento dell’identità e del valore personale.
Ritornando in Europa, oltre alla famosa versione di Charles Perrault, la fiaba di Cenerentola è stata reinterpretata da diversi autori, ognuno dei quali ha aggiunto la propria visione e sensibilità alla storia. Giambattista Basile, ad esempio, scrisse una versione più cruda e oscura della fiaba, intitolata “La gatta Cenerentola”. In questa versione, la storia assume toni più drammatici e violenti, evidenziando le difficoltà e le crudeltà che la protagonista deve affrontare prima di ottenere il suo lieto fine. Basile, con il suo stile vivace e spesso grottesco, ha offerto una versione della fiaba che mette in risalto la lotta per la sopravvivenza e la determinazione della protagonista.
Nel XIX secolo, i fratelli Grimm documentarono una versione della fiaba intitolata “Aschenputtel”. In questa versione, l’aiuto per la protagonista arriva non da una fata madrina, ma da un albero magico piantato sulla tomba della madre. Questo albero, che simboleggia la protezione materna e la connessione con il mondo naturale, fornisce a Cenerentola gli abiti e le scarpe necessari per partecipare al ballo. Nella seconda edizione della loro raccolta, pubblicata nel 1819, i fratelli Grimm aggiunsero un finale in cui Cenerentola infligge una terribile punizione alle sue sorellastre per la loro crudeltà. Questa versione della fiaba sottolinea non solo il tema del riscatto, ma anche quello della giustizia e della retribuzione, in linea con il carattere spesso severo delle fiabe raccolte dai Grimm.
La fiaba di Cenerentola non è solo una storia di riscatto e trasformazione, ma è anche ricca di simbolismo e significati profondi che hanno affascinato studiosi e lettori per secoli. Uno degli elementi simbolici più importanti della fiaba è la cenere, da cui deriva il nome stesso della protagonista. Secondo lo psicoanalista Bruno Bettelheim, la cenere è tradizionalmente associata al compito umile di custode del focolare, ma possiede anche una dimensione simbolica profonda, legata al ciclo di morte e rinascita. La cenere evoca l’immagine dell’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, rappresentando il processo di trasformazione personale che Cenerentola attraversa nel corso della storia.
Questo simbolismo viene ulteriormente esplorato nella tradizione alchemica, dove la trasformazione della cenere in oro riflette il processo di purificazione e sublimazione. Nella fiaba di Cenerentola, il passaggio dalla cenere alla veste dorata, assistito da un uccellino e da una fata, rappresenta una figura di trasformazione profonda. La magia che aiuta Cenerentola e la scarpetta di vetro simboleggiano la metamorfosi che le consente di passare da uno stato di oppressione a una condizione di gloria e autorealizzazione.
La figura di Cenerentola può essere vista come una versione moderna della dea Proserpina, una delle divinità più affascinanti e simboliche della mitologia greca e romana. Nel mito di Proserpina, nota nella mitologia greca come Persefone, la giovane dea è rapita da Ade, il dio degli Inferi, e costretta a vivere parte dell’anno nel regno sotterraneo, lontana dalla luce del sole e dal calore della vita terrena. Tuttavia, grazie all’intervento di sua madre, Demetra (Cerere nella tradizione romana), dea della fertilità e dell’agricoltura, Proserpina è autorizzata a trascorrere l’altra parte dell’anno sulla Terra, riportando con sé la primavera e la rigenerazione della natura.
Analogamente, la figura di Cenerentola compie un viaggio simbolico che la porta dalla condizione di oscurità e servitù a una vita di splendore e riconoscimento. Come Proserpina è costretta a vivere nell’oscurità degli Inferi, Cenerentola è relegata a una vita di miseria e umiliazione, nascosta tra la cenere del focolare e ridotta a serva nella sua stessa casa. Tuttavia, attraverso un processo di sofferenza e purificazione, entrambe le figure emergono trionfanti. Proserpina ritorna sulla Terra, portando con sé la primavera, mentre Cenerentola, grazie alla magia e alla sua intrinseca bellezza, raggiunge la gloria e il riconoscimento.
Nella fiaba di Cenerentola, il ramo spezzato e la pianta di nocciolo che ne nasce possono apparire piccoli rispetto al narciso che tenta Proserpina. Tuttavia, in molte versioni della fiaba, la rottura del ramo rappresenta un preludio a una trasformazione significativa, simile a quella che il narciso rappresenta nel mito di Proserpina. In tempi passati il nocciolo era protagonista di importanti ritualità e tradizioni popolari legate alla sua simbologia. Era in uso nei riti di fertilità legati all’agricoltura ed al raccolto, così come al matrimonio ed al concepimento. Ad esempio nell’antica Roma era costume donare noci e nocciole agli ospiti dei banchetti nuziali per portare ai novelli sposi buona sorte e ampia prole. Il narciso era considerato un un simbolo di rinascita, rinnovamento e di profonda riflessione, ma anche alla bellezza e alla fertilità.
Anche la leggenda di Grattula-Beddattula raccontata dal Pitrè, sebbene meno conosciuta, presenta elementi paralleli a quelli di Cenerentola. La giovane maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre trova salvezza attraverso eventi magici e prove. Anche in questa storia, la trasformazione e il riscatto attraverso la magia sono centrali. Grattula-Beddattula riflette la speranza e la determinazione nel superare le avversità, con la magia che rappresenta un cambiamento cruciale nella sua vita. La storia enfatizza la lotta per la giustizia e la realizzazione di un destino migliore, in linea con i temi di riscatto e trasformazione della fiaba di Cenerentola. In questa variante, il processo di purificazione dello zolfo è metaforicamente associato alla bellezza e al potere della protagonista. La fiaba utilizza elementi alchemici e simbolici per rappresentare la trasformazione della giovane Ninetta, simile a Cenerentola, che passa da uno stato di oscurità e povertà a uno di bellezza e potere.
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