Il solstizio d’estate nella tradizione avaloniana
Il solstizio d’estate nella tradizione avaloniana
di Hasan Andrea Abou Saida
Il solstizio d’estate viene celebrato tradizionalmente, durante il ciclo annuale, nel giorno del 21 Giugno. Gli antichi Celti chiamavano questo giorno con il nome di Litha e, negli ultimi tempi, anche Alban Heruin ovvero “Luce della riva”. Nella tradizione celtica, Litha è il giorno più lungo dell’anno, il trionfo della luce, il giorno in cui il Sole è nella sua più alta potenza, ma che allo stesso tempo rappresenta l’inizio del suo declino. Dopo questa porta dell’anno, le giornate inizieranno lentamente ad accorciarsi fino al giorno di Yule. Come accade a Samhain, Litha è un altro giorno in cui i confini tra i mondi diventano più sottili, entrando in contatto e producendo esperienze in cui forte è l’influsso del mondo degli spiriti. A Litha si celebra l’estate piena, il caldo, la crescita, l’abbondanza, il lavoro e il gioco, è un tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare. È un momento di allegria, di desideri e di rallegramento, ma è anche il momento in cui si dovrà guardare dentro se stessi per un’illuminazione interiore. Secondo le tradizioni solstiziali, a Litha si raccolgono diverse piante aromatiche, che andranno messe sotto il cuscino per favorire sogni divinatori, oppure andranno bruciate nei falò diurni o ancora verranno impiegate a scopo terapeutico, poiché si ritiene che le erbe raccolte in questo giorno siano impregnate di miracolose virtù. Le erbe del solstizio si possono conservare anche come portafortuna. Com’è nella tradizione bruciare nove ceppi nei fuochi di Beltane, è anche costume bruciare nove tipi di erbe nel fuoco di Litha. Le erbe tipiche di questo giorno sono: Iperico, Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine e Artemisia. Inoltre, l’elemento Acqua nelle celebrazioni del solstizio gioca un ruolo fondamentale e complementare all’elemento Fuoco: il primo simboleggia i poteri delle divinità femminili mentre il secondo quelli maschili. L’acqua a Litha è rappresentata sotto forma di rugiada o anche detta “guazza di San Giovanni”, i cui poteri sono miracolosi.
Sull’isola di Avalon, le sacerdotesse che presiedono questo giorno e tutto il periodo estivo sono le Naiadi, una delle cinque famiglie del Clan delle sacerdotesse avaloniane. Le Naiadi, attraverso il loro aspetto, incarnano gli attributi divini della stagione estiva: il colore dei loro capelli è biondo, indossano una tunica bianca attillata e al polso ognuno delle Naiadi ha un braccialetto luccicante fatto di giunchi intrecciati a dei piccoli specchi. Il senso che contraddistingue queste sacerdotesse è la vista e il loro elemento naturale è il Fuoco, essendo chiamate anche “Sacerdotesse del Sole”. Le Naiadi rappresentano l’essenza femminile, la bellezza fisica, la perfezione al limite del narcisismo, l’eleganza, la cura del corpo, le passioni travolgenti e il fascino sensuale. Il loro insegnamento non è diretto verso la saggezza interiore come per le altre famiglie, bensì trasmettono unicamente questo senso di bellezza esteriore. Le Naiadi celebrano il solstizio d’estate di giorno, in modo da poter sentire il calore e la potenza del Sole: durante la cerimonia, le sacerdotesse inviteranno gli uomini da loro sedotti, come per esempio i cavalieri in visita, allo scopo di esibirli come trofei conquistati, ed essi saranno visti dalle altre sacerdotesse e percepiti come sottomessi dalla potenza seduttiva e solare delle Naiadi.
Bibliografia
Un viaggio ad Avalon – Aindreas Fàél (2020). Sossano: Anguana Edizioni