Le esperienze di confine e la vita dopo la morte – Filippo Liverziani
Le esperienze di confine e la vita dopo la morte – Filippo Liverziani (1986). Roma: Edizioni Mediterranee, 223 p. ; 22 cm.
In questo volume Filippo Liverziani rileva la continuità che esiste tra tutta una serie di fenomeni che, nel loro insieme, suggeriscono la sopravvivenza. Le esperienze fuori del corpo ci consentono di scoprire l’anima e di affermare la sua autonomia dal corpo fisico vivendola in prima persona. Viene, cosi, reso possibile un nuovo approccio sperimentale alla questione della sopravvivenza, che la vecchia filosofia occidentale ha affrontato in maniera fin troppo astratta. Un passo avanti è costituito dalle esperienze di pre-morte che hanno per testimoni quei soggetti che, dopo essere giunti sulla soglia della morte senza definitivamente varcarla, ritornano indietro e possono raccontarci quel che hanno provato e visto: quel che si può considerare una sbirciata nell’altra dimensione. Strettamente analoghe appaiono le esperienze di crisi della morte, quali vengono attestate nelle comunicazioni medianiche più affidabili. In chiara e netta continuità si rivelano le successive esperienze di vita dopo la morte. Le predette esperienze trovano tutte la loro documentazione in una vasta e varia letteratura che, analizzata con l’attenzione che merita, ci presenta un quadro concordante e coerente, che nella sostanza conferma in pieno o gli insegnamenti religiosi tradizionali. L’Autore, che aderisce alla tradizione cristiano-cattolica, evidenzia in particolare quanto in tali esperienze conferma la profonda verità del messaggio cristiano.
Filippo Liverziani, laureato in filosofia, ha insegnato nella Pontificia Università Gregoriana e nella Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» e attualmente dirige in Roma il Convivio, noto centro di studi e comunità di ricerca. Filosofo della religione e parapsicologo, è autore di sei volumi e di una cinquantina di saggi pubblicati su riviste specializzate. Nella foto appare con accanto la moglie Bettina, che è stata la «medium» delle esperienze riferite nel libro.
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