Plotino, o La semplicità dello sguardo – Pierre Hadot
Plotino, o La semplicità dello sguardo – Pierre Hadot (1999). Torino: Einaudi, 132 p. ; 20 cm.
Plotino tende a parlare ben poco di sé ed è attraverso il racconto di un suo discepolo, Porfirio, che si delineano i contorni di un personaggio a prima vista alquanto singolare: uno che vieta di fargli il ritratto, che non rivela a nessuno la propria data di nascita e rifiuta testardamente di sottoporsi a cure che potrebbero alleviare le sue sofferenze. C’è addirittura chi insinua che non faccia eccessiva attenzione alla propria igiene personale e che vada soggetto a una “sindrome malinconica” che lo porta a privilegiare gli stati di malattia. Plotino, in verità, riserva molte delle proprie energie alla vita spirituale, in una tensione verso il divino che non conosce riposo. L’esperienza dell’unione mistica, però, non dura mai a lungo: vivere vuoi dire allora prepararsi di nuovo alla contemplazione attraverso la pratica delle virtú. L’attenzione per il mondo trascendente non deve comunque indurre a svalutare il mondo sensibile: strenua è in questo senso la lotta di Plotino contro lo gnosticismo. Chi guarda le cose a fondo coglie in esse, al di là delle apparenze, il mondo delle Forme e quando riesce a percepire la grazia che in esse riluce sorge l’amore. L’amore umano non è piú, come in Platone, veicolo esclusivo di ascesa verso il Bene, ma termine di paragone di una esperienza mistica. In questo piccolo libro non si troverà l’ordinata esposizione di un sistema, ma un magistrale “psicoritratto”: l’esperienza personale di un direttore di coscienza che si sforza di essere “contemporaneamente presente a sé e agli altri” e che, pur cercando l’unione con il divino, non si sottrae alle responsabilità della vita quotidiana.
Pierre Hadot (Parigi, 21 febbraio 1922 – Orsay, 24 aprile 2010) è stato un filosofo e scrittore francese. Il suo ambito di interesse è la filosofia antica e la patristica, soprattutto quella mistico-greca e il neoplatonismo. È stato però anche uno dei primi ad aver introdotto il pensiero di Wittgenstein in Francia. Una delle sue tesi principali è che la filosofia sia nata, nell’antichità greca, come “stile di vita”, saggezza intesa come “saper vivere”, in un’unità di teoria e prassi tipica dell’epoca nella quale appunto nacque. Il tema è trattato approfonditamente in una delle sue opere principali, Che cos’è la filosofia antica?, nella quale illustra quanto lontano fosse il pensiero greco dalla costruzione di sistemi ideali astratti e metafisici, avulsi dalla realtà fisica e logica.
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