Animali che si drogano – Giorgio Samorini
Animali che si drogano – Giorgio Samorini (2000). Vicenza: Telesterion, 110 p. ; 18 cm.
Quando di parla di droga, la maggior parte delle persone associa immediatamente questa parola al «problema droga», e ciò porta alla visione comune che vede droga e «problema droga» identificarsi. La connotazione negativa del concetto droga si fa ancora più esacerbata in un ambiente culturale che nega qualunque utilità dell’atto di drogarsi. La droga fa male, la droga è vizio, la droga è sintomo di un disagio e di una sofferenza individuale e sociale. Tali giudizi portano al luogo comune, spesso sottinteso, che l’uso della droga è un comportamento aberrante umano, peculiare della specie umana. A contraddire questo paradigma del pensiero occidentale moderno c’è un insieme di dati, sempre più cospicuo e incontestabile, ma che continua ad essere sottovalutato, che dimostra che il comportamento di drogarsi è diffuso anche nel mondo animale.
Giorgio Samorini (Bologna, 26 maggio 1957) è uno studioso etnobotanico che da decenni sviluppa un lavoro di ricerca sull’uso tradizionale delle piante inebrianti. Ha svolto indagini sul campo presso realtà tribali in Africa, America Latina, Asia. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste scientifiche e diversi libri fra cui L’erba di Carlo Erba (1996), Lunghi allucinogeni. Studi etnomicologici (2001), Droghe tribali (2012), Animali che si drogano (2013).
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