I funghi magici: farmacologia, tossicologia e tecnologia dell’estasi chimica – Pierluigi Cornacchia
I funghi magici: farmacologia, tossicologia e tecnologia dell’estasi chimica – Pierluigi Cornacchia; prefazione di Giancarlo Arnao (1980). Milano: Editiemme, 174 p. : ill. ; 21 cm.
La storia dell’uso dell’Amanita muscaria si pende nella notte dei tempi. E’ormai certo infatti, e diversi autori lo confermano (Wasson, 1967; Inglis, 1979; etc.) che la conoscenza e l’uso psichedelico di questo fungo risalgono agli albori della storia.
Per secoli e secoli i botanici incontrarono notevoli difficoltà nel classificare e identificare piante e frutti che via via venivano scoperti attraverso i reperti archeologici, i papiri e le pergamene. Alla confusione creata da errate trascrizioni e interpretazioni degli antichi testi se ne aggiunse altra dovuta al fatto che alla stessa sostanza di origine vegetale venivano attribuiti una molteplicità di nomi secondo il paese di origine. Lo stesso Plinio, del resto, si lamentava di ciò.
Oggi però, decifrando correttamente molti nomi scritti nelle antiche lingue e classificando adeguatamente le diverse sostanze vegetali, è possibile fare un po’ di chiarezza in materia. J. Allegro, autore di uno spregiudicato testo (1980), afferma infatti: “Molti dei nomi più segreti del fungo risalgono all’antico sumerico, il più remoto linguaggio scritto che conosciamo, testimoniato da documenti cuneiformi che recano la data del IV millennio a.C. Inoltre, è oggi chiaro che esso ha rappresentato un ponte tra le lingue indoeuropee (ivi inclusi il greco, il latino e la lingua che noi parliamo) e il gruppo semitico che comprende le lingue del ‘Vecchio Testamento’: ebraico e aramaico. Per la prima volta è possibile decifrare i nomi di dei, personaggi mitologici, classici e biblici e i nomi delle piante. Di conseguenza si può determinare la posizione e la funzione in seno ai sistemi culturali e alle antiche religioni della fertilità”.
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