Le piante diaboliche: allucinogeni, sciamanismo e stati alterati di coscienza nelle culture tradizionali – Patrizio Warren
Le piante diaboliche: allucinogeni, sciamanismo e stati alterati di coscienza nelle culture tradizionali – Patrizio Warren (1982). Roma: Savelli Editori, 127 p. ; 21 cm.
Benché negli anni ’60 l’etno-antropologia si sia sempre più spesso interessata al problema dell’uso rituale di allucinogeni nelle cosiddette «religioni estatiche» (sciamanismo, culti profetici, movimenti messianici ecc.), la grande offerta di materiale descrittivo non si è ancora sufficientemente unita con la comprensione e la spiegazione teoria del fenomeno.
Alcuni interrogativi di fondo sono rimasti in sospeso: in cosa consiste il valore e il senso culturale di una pratica che dal punto di vista cognitivo si configura paradossalmente come una parziale e provvisoria destrutturazione iniziatica della realtà ordinaria?
Quali sono le sue implicazioni psico-socio-culturali? In che cosa differiscono le esperienze degli sciamani da quelle dei non-sciamani? E quale statuto accordare a vissuti soggettivi che la cultura occidentale tendenzialmente riduce alla psicopatologia?
Richiamandosi all’antropologia di De Martino e agli studi di laboratorio sugli «stati di coscienza alterati», il libro affronta il rapporto tra natura e cultura all’interno delle singole esperienze e quello tra il vissuto soggettivo e la sua definizione socio-culturale nel quadro di una visione del mondo tradizionalmente accreditata.
I risultati di questo sondaggio preliminare sono verificati sulla base di un’ampia esemplificazione etnografica volta a mettere a fuoco le connessioni esistenti tra allucinogeni, rito, mito, coesione sociale, inculturazione e mutamento culturale per entro tre diversi contesti etnostorici: gli Huicholes della Sierra Madre Occidentale (Messico), i Tukano dei Vaupés (Colombia) e gli Indiani del Nord America, confinati nelle riserve.
Un lavoro dunque che muovendo nelle sue motivazioni di fondo dall’inquieto interesse per il «lato oscuro della mente» proprio di tanta parte della cultura giovanile, approda a un suo tentativo di definizione negli unici termini praticabili nel nostro mondo storico: quelli della conoscenza scientifica del reale.
Patrizio Warren, laureato in antropologia all’Università di Roma, partecipa attualmente come antropologo a un progetto di volontariato nell’Amazzonia peruviana.
Se sei interessato/a a questo libro, scrivici direttamente tramite Whatsapp qui o via email a questo link.