Fiabe novelle e racconti popolari siciliane – Giuseppe Pitrè
Fiabe novelle e racconti popolari siciliane – Giuseppe Pitrè; prefazione di Aurora Milillo (1982). Palermo: Edikronos, 4 volumi. ; 17 cm.
La raccolta che io do alla luce comprende quattrocento tradizioni popolari: trecento nel testo, cento sotto la rubrica delle Varianti e Riscontri. Esse son divise per cinque serie, di cui la prima abbraccia fiabe di re, di principesse fatate, di draghi e mamme-draghe; la seconda novelle che narrano piacevolezze, motteggi, facezie, burle che popolo e letterati fanno avvenire nel tal paese, e in persona del tale o tal altro; la terza, tradizioni storiche e fantastiche di luoghi e di persone; la quarta, proverbi e modi di dire proverbiali spiegati, per la loro origine, con aneddoti e storielle; la quinta, favolette e apologhi nel significato ordinario della parola.
Questa divisione non è arbitraria nè capricciosa. I Francesi distinguono i Contes dai Récits; quelli sono narrazioni più o meno meravigliose a base di finzione, questi racconti veri o verisimili che hanno poco o niente del maraviglioso se pure hanno dello straordinario. I Tedeschi, d’altro lato, fanno distinzione tra Märchen e Sagen; le Märchen corrispondono a’ Contes, le Sagen sono tradizioni locali, storiche o a fondo storico, e immaginarie. Sopra queste vedute è basata la distribuzione delle prime tre serie, distribuzione indirettamente suggerita dal popolo, il quale non confonde mai i racconti delle fate con le narrazioni aventi radice in un fatto storico o in una novella non inverisimile. Non dico delle ultime due, chè il carattere di esse le rende cose ben distinte e spiccate.
L’intera opera è suddivisa in 4 volumi.
Giuseppe Pitrè (Palermo, 22 dicembre 1841 – Palermo, 10 aprile 1916) è stato un medico che si dedicò anche a studi storici e filologici. L’attività per cui si conquista una posizione eminente nella cultura del suo tempo fu la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari. Fu presidente della Società siciliana di storia patria, della R. Accademia di scienze e lettere di Palermo, senatore del regno (1914), professore di “demopsicologia” (come egli chiamava il folklore) all’università di Palermo. La sua opera maggiore, per ricchezza di materiale e ricerca, è la “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane in 25 volumi. 16 volumi” di “Curiosità popolari tradizionali”. Nel 1894 pubblicò la “Bibliografia delle tradizioni d’Italia“, di cui un secondo volume è rimasto in manoscritto.
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