Il vello d’oro – Robert Graves
Il vello d’oro – Robert Graves (1993). Milano: Corbaccio, 500 p. ; 21 cm.
Il libro, nella sua prima edizione italiana, è un romanzo mitologico e simbolico che si rifà al mito del Vello d’oro. Il grande Anceo, figlio di Poseidone, i divini gemelli Castore e Polluce, Linceo l’indovino e Orfeo il musico, la vergine Atalanta, Ercole e Giasone: sono i più illustri tra gli illustri membri della spedizione che muove alla volta della Colchide per recuperare il Vello d’Oro, leggendari epigoni di un mondo e di una religione arcaici, destinati, se non a scomparire, a convivere con gli dei e i semidei dell’Olimpo. Li protegge la Dea Bianca, l’antica e inquietante Triplice Dea, il cui potere è universale: ma è un potere insidiato dai nuovi Signori dell’Olimpo, che già dominano la Grecia e le sue colonie, sempre pronti a intervenire nelle vicende umane. Robert Graves, tra antichità e spirito moderno, scrive un racconto in cui semidei ed eroi perdono un po’ della loro aura leggendaria e appaiono nella loro umanità.
Robert Graves, nome completo Robert von Ranke Graves (Wimbledon, 24 luglio 1895 – Deià, 7 dicembre 1985), è stato un poeta, saggista e romanziere britannico. È stato uno dei maggiori poeti e letterati inglesi del ventesimo secolo, nonché autore di saggi critici, romanzi, riadattamenti e opere di fantascienza. Famoso per la sua biografia dell’imperatore Claudio, si è dedicato per anni allo studio dei miti greci e alla teoria sulle società matriarcali governate dalla Dea Madre, che hanno ispirato La Dea Bianca (1948).
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