Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d’Amore» – Luigi Valli
Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d’Amore» – Luigi Valli (1928). Roma: Casa Editrice Optima L’Universale Tipografica Poliglotta, 453 p. ; 26 cm.
Questo libro è una vera riscoperta per la cultura italiana e per gli studiosi di Dante e del periodo ad esso collegato. Per decenni una parte di pensatori italiani hanno ritenuto opportuno fare in modo che questo libro rimanesse sommerso e non disponibile al pubblico e agli altri studiosi. La spiegazione di tale comportamento rimane a tutt’oggi inspiegabile se non che le tesi di Valli avrebbero scardinato dalle fondamenta le posizioni statutarie assunte dai così detti “baroni del pensiero dominante”.Luigi Valli, autore di diversi studi sul significato dell’opera di Dante, in questo libro presenta e sostiene una tesi che può essere brevemente riassunta così: le differenti figure femminili celebrate dai poeti che si ricollegavano alla misteriosa organizzazione dei «Fedeli d’Amore», a partire da Dante, Guido Cavalcanti e i loro contemporanei per giungere fino a Boccaccio e a Petrarca, non sono donne che siano vissute realmente su questa terra; sotto differenti nomi, esse tutte sono soltanto un’unica e stessa «Dama» simbolica, la quale rappresenta l’Intelligenza trascendente o la saggezza divina. In appoggio a questa tesi, l’autore porta una documentazione formidabile e un insieme di argomenti in grado d’impressionare anche i lettori più scettici: in particolare, egli fa notare che i poemi più intelligibili secondo il senso letterale diventano perfettamente chiari sotto l’ipotesi di un «gergo» o linguaggio convenzionale del quale è riuscito a tradurre i termini principali.
Luigi Valli (Roma, 1878 – Roma, 1931) fu un critico letterario e docente universitario italiano. Prima discepolo poi amico fraterno di Giovanni Pascoli, si distingue come filosofo e poeta e studioso di Dante Alighieri. A lui sono dedicate tre scuole: una a Narni, un liceo a Barcellona Pozzo di Gotto e una scuola primaria a Bergamo, facente parte dell’Istituto Comprensivo Edmondo De Amicis. Fu l’ultimo principe dell’Accademia degli Incolti nel 1892/1893 (prima della sua rifondazione nel 1978). La sua produzione letteraria e poetica fu vasta.
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